Perizia e Intelligenza Artificiale: Il Pensiero di Francesco Privitera

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L’intelligenza artificiale sta aprendo le porte a un nuovo capitolo nel mondo dei sinistri, promettendo trasformazioni epocali. Le compagnie assicurative stanno abbracciando soluzioni basate sull’AI che sembrano in grado di mutare l’intero comparto.
A tutto ciò non è immune l’attività dei periti: Lemonade ha annunciato di aver evaso una richiesta di risarcimento in soli due secondi servendosi dell’aiuto dell’intelligenza artificiale (vedi articolo). L’esempio di questa compagnia assicurativa dimostra il suo potenziale rivoluzionario nel settore claims, aprendo la strada ad un futuro in cui le richieste di risarcimento potrebbero essere gestite con una velocità senza precedenti.
Tuttavia, come accade in tante altre rivoluzioni tecnologiche, sorgono legittime domande sul possibile impatto nel mondo del lavoro.

QUAL È L’OPINIONE DEI FIDUCIARI AL RIGUARDO?

“I periti – afferma l’amministratore delegato di Sogesa Francesco Privitera – sono recentemente intervenuti con opinioni molto decise e critiche per l’utilizzo della AI nella quantificazione dei danni e hanno anche paventato ripercussioni sugli assicurati. Noi di Sogesa stiamo promuovendo tavole rotonde e discussioni costruttive per garantire una corretta integrazione tecnologica nel settore delle perizie assicurative”.

QUAL È L’APPROCCIO PIÙ CORRETTO?

“A mio avviso occorre un approccio equilibrato e razionale: AI Jim avrà anche impiegato 2 secondi a liquidare un sinistro ma lo stesso tempo domani lo impiegherà per rigettarlo, ed è lì che servirà l’intervento umano. Una perizia fatta con l’AI velocizzerà il lavoro del perito non delle compagnie, almeno per il momento, così come hanno fatto i computer quando hanno sostituito i tempari cartacei, penne e calcolatrici. Lasciamo che AI Jim, o chi verrà dopo di lui, liquidi il 2% dei sinistri mentre per il restane 98% il tocco umano è ancora centrale.

CONCLUSIONI

Per Privitera il ruolo del perito rimane, quindi, indispensabile. Pertanto, il giusto equilibrio tra l’automazione offerta dall’IA e l’esperienza umana resterebbe fondamentale per garantire valutazioni di qualità e la soddisfazione degli assicurati.