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Se il monopattino... impenna

Ormai è chiaro e i dati lo confermano: come emerge da alcuni studi (Confindustria Ancma, SWG, Ania, Unrae, Osservatorio Top Thousand) durante e dopo il lockdown in Italia il mercato della cosiddetta “micromobilità”, monopattini ed e-bike, ha subito un’impennata, se non di fatto almeno nelle intenzioni d’acquisto futuro. Complici del fenomeno una nuova sensibilità per le tematiche che riguardano l’ambiente, certamente gli incentivi statali, più che sicuramente la mancanza di oneri.

Ma quanto sono disciplinati gli Italiani alla guida del monopattino elettrico? E quanta disciplina legale esiste già a riguardo? Per rispondere a ques’ultima domanda, in Italia questi mezzi vengono equiparati dal Codice della Strada ai velocipedi se entro i 500 watt di potenza e i 25 km/h di velocità massima. Nel resto d’Europa, la situazione a livello normativo è pressoché simile a quella italiana, al netto di piste dedicate e limiti di velocità. Quindi: casco obbligatorio dai 14 ai 18 anni di età, niente patente, niente targa, niente bollo.

E l’assicurazione? Non è obbligatoria, ma le compagnie cominciano a dotarsi di alcuni interessanti pacchetti che vanno dal furto alla responsabilità civile verso terzi, in linea con le perplessità espresse dalle associazioni di categoria.

A questo si aggiunga l’ira dei Sindaci, per tornare alla prima domanda: parcheggi selvaggi, traiettorie di marcia arbitrarie e incidenti, stanno trasformando l’infatuazione per il monopattino in una terribile convivenza. Fioccano le prime ordinanze e i primi divieti cittadini. Il caso Milano è senza dubbio il più indicativo, tra divieti assoluti e revoche delle licenze alle compagnie di sharing.

In sostanza: la strada verso una normativa specifica sembra segnata. La domanda maliziosa è: in Europa, quale stato si assumerà l’onere di rendere obbligatoria l’assicurazione per i monopattini?

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