L’introduzione di nuovi strumenti tecnologici e nuovi processi legati all’utilizzo degli stessi – in sostituzione o in affiancamento ai metodi tradizionali – fa ancora discutere e soprattutto fa paura. Anche e soprattutto in campo assicurativo.
In alcuni casi chi si lamenta non ha tutti i torti. Perché esiste modo e modo di utilizzare la tecnologia, esiste servizio e servizio. Fare di tutta l’erba un fascio, quando si parla dell’utilizzo di strumenti innovativi in campo assicurativo, è il peggior errore che si possa commettere. In alcuni casi, quando la tecnologia è utilizzata in maniera non corretta allora il problema esiste davvero ed è giusto che se ne parli. Quando, ad esempio, i nuovi strumenti che il progresso ci mette a disposizione vengono usati soltanto per fare in fretta e tagliare i costi, magari affidati a persone non qualificate, allora è giusto preoccuparsi. Come si stanno preoccupando i carrozzieri che hanno lanciato l’allarme con un accorato articolo su un noto sito portale di categoria.
Per i riparatori saremmo di fronte a uno scenario quasi apocalittico, in cui «alcune garbate signorine di un call center di fatto operano come periti, raccontando che un “perito interno” avrebbe stimato i danni dando un’occhiata alle foto che ritraggono l’auto danneggiata». In sostanza, con i nuovi metodi, oggi come oggi «più che carrozzieri serve essere bravi fotografi».
Non solo. Per l’estensore dell’articolo in questione tutto questo significa «svilire il lavoro prezioso dei periti, e nell’insieme gettare fango sulla categoria, che invece è rispettabilissima». E per rincarare la dose, questa prassi viene paragonata al metodo utilizzato dal celebre personaggio cinematografico interpretato da Alberto Sordi, il dottor Tersilli, medico della mutua, che per incrementare il suo fatturato non visitava nemmeno i pazienti, limitandosi ad approssimative diagnosi telefoniche.
E se il «metodo Tersilli» viene applicato nella stima dei danni, per i riparatori i risultati saranno «perizie al ribasso, su foto e senza vedere le automobili direttamente. Fatte da strutture delle compagnie o da società che operano in maniera non chiara all’unico scopo di contenere i costi del periziato e del liquidato».
Però, nella loro analisi, non considerano che, come detto sopra, non tutti i servizi che utilizzano le nuove tecnologie sono uguali.
A fronte di qualcuno che magari agisce davvero come i carrozzieri lamentano, c’è chi ha saputo coniugare la sicurezza e la professionalità con le tecnologie che oggi ci permettono di risolvere un sinistro con successo e con maggiore rapidità di risposta.
Pertanto nel pieno rispetto della normativa vigente e delle regole e della deontologia professionali.
E se questo non fosse possibile, per tutta una serie di ragioni, allora ecco che il perito torna «sul campo» e provvede rilevamento dei danni in maniera tradizionale.